AppDataEconomiaPerché Apple compra Shazam, l’app che riconosce la musica

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We have exciting plans in store, and we look forward to combining with Shazam upon approval of today’s agreement.” Tim Cook

Alla fine le indiscrezioni annunciate da TechCrunch si sono rivelate fondate, ed è anche arrivata la conferma ufficiale: Apple ha comprato Shazam, la popolare applicazione in grado di riconoscere la musica con un semplice tocco. Con questa acquisizione, però, Tim Cook sembra avere in mente nuovi e precisi obiettivi: “Apple Music and Shazam are a natural fit, sharing a passion for music discovery and delivering great music experiences to our users. We have exciting plans in store, and we look forward to combining with Shazam upon approval of today’s agreement.”

La storia di Shazam: dagli anni neri al successo

Shazam vede la luce nel 2002, dall’idea di quattro giovani: Chris Barton e Philip Inghelbrech, studenti della Barkley University, Dhiraj Mukherjee, dipendente di un’azienda di consulenza, e Avery Wang, laureato in Elettrotecnica e Matematica a Stanford. Proprio a quest’ultimo si deve l’elaborazione dell’algoritmo che genera un’impronta digitale audio per ogni quindici secondi di ascolto, comparata poi al database di Shazam che nel 2002 conteneva un milione di canzoni. Il problema di Shazam è presto rivelato: troppo avanguardistico per il suo tempo. “Essere più avanti del mercato ha delle conseguenze”, avrebbe successivamente affermato Mukherjee. Il primo iPhone sarebbe uscito nel 2007 e nei primi anni ’00 nessuno voleva investire in un progetto che non aveva ancora potenziali clienti. La svolta giunge solo nel 2008, quando Shazam entra a far parte prima di Apple Store e poi anche del Play Store di Android. Nel corso dei 18 mesi successivi l’app viene scaricata 10 milioni di volte in 150 paesi del mondo e le stime dicono che l’8% degli utenti acquista il brano da iTunes dopo il riconoscimento.

I numeri di Shazam e le prospettive per il futuro

Oggi Shazam impegna due secondi a fare una ricerca in un database di 30 milioni di canzoni, ed è in grado di individuare remix e rimuovere rumori di fondo. L’azienda di Cupertino l’ha acquistata a 400 milioni di dollari, nonostante l’app fosse stata valutata un miliardo di dollari durante l’ultima raccolta fondi. Lo scorso anno l’azienda ha guadagnato all’incirca 46 milioni di euro e dal 2002 ha contato un fatturato di almeno 140 milioni di dollari. Nel 2013, invece, è entrato a far parte del team dell’azienda, come CEO, anche Rich Riley, ex di Yahoo!, per prepararla alla quotazione in borsa. Nel tempo, l’applicazione ha stretto numerosi accordi, anche con artisti del calibro dei Coldplay, Pitbull, OneRepublic: dal 2014 Shazam diventa un modo per catturare i fan — gli artisti possono infatti promuovere e condividere i propri successi con il pubblico.

Perché Apple è tanto interessata a Shazam

Apple ha rivoluzionato il mondo della musica con l’introduzione dell’iPod e, secondo i portavoce dell’azienda americana, “Apple Music e Shazam sono una combinazione perfetta, condividono la passione per la scoperta della musica e realizzano coinvolgenti esperienze musicali per i propri user”. Di fatto, Shazam è stata già integrata con Siri da Apple iOS 8 e, con l’operazione di acquisto, il rapporto tra le due piattaforme diventerà inevitabilmente più stretto, così da rafforzare il servizio in prospettiva della serrata competizione con Spotify. In questa ottica, non è chiaro cosa succederà ai preesistenti accordi di Shazam con Spotify o Snapchat, che ha integrato il servizio nella sua camera screen. Ma l’interesse di Apple per Shazam va oltre la musica: da quest’anno l’azienda si è spinta sempre di più nel mondo della AR, vicino alle features che Apple sta sperimentando per attrarre più utenti sulla piattaforma Apple Music.

L’acquisizione è da considerarsi anche in un’ottica di risparmio: Apple pagava una commissione a Shazam ogni volta che l’utente, riconosciuta una canzone, veniva trasferito a Tunes Store e Apple Music. Secondo il Wall Street Journal, questo passaggio influenzerebbe il 10% di tutti gli acquisti digitali e costituirebbe la maggiore fonte di guadagno di Shazam. Ma soprattutto acquisizione dati, sì perché Shazam è un’ottima banca dati di gusti personali raccolti in dieci anni. Elementi che possono aiutare Apple nella personalizzazione del servizio, e soprattutto nella battaglia con il competitor più importante, Spotify.

Le cuffie Beats: le mosse di Apple nel mercato musicale

Apple ha concluso dozzine di acquisizioni, ma una delle più importanti è stata quella di Beats nel 2014, per 3 miliardi di dollari. Beats si è perfettamente integrato con i sistemi iOS, formando poi le fondamenta di Apple Music, un servizio che a settembre di quest’anno contava circa 30 milioni di utenti. L’acquisto di Shazam è il più importante dopo quello dell’azienda di cuffie firmate dal rapper Dr Dre.

Con questo ultimo deal porterà inoltre un bacino 120milioni di utenti ad Apple Music — un bel risultato considerando il crescente numero di abbonamenti del principale concorrente, Spotify, appunto, che vanta invece 60 milioni di abbonati e 140 milioni di users in totale. Si tratta di una scelta vincente anche perché, dati alla mano, il mercato della musica in streaming sta crescendo ogni giorno di più: i report del 2016 mostrano come l’industria della digital music sia cresciuta del 60% rispetto all’anno precedente. Considerando l’impatto mondiale del modello streaming, c’era da aspettarselo che Apple facesse una mossa in questa direzione. Al momento offre il secondo più grande servizio di musica, Spotify si classifica prima. Vedremo come si evolverà la competizione.

Nadeesha Dilshani Uyangoda

Editor freelance, blogger, attivista, studentessa. Lettrice ossessiva e scrittrice compulsiva. Italiana per cultura, srilankese per eredità — sempre a metà tra due mondi. Millennial che preferisce la carta, ma si adegua al digitale per paura dell’estinzione.

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