TrendsSuper Bowl 2017: lo spot anti Trump di AirBnb

Federica Galeazzi7 anni ago10 min

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Una delle ragioni per cui vale la pena guardare il Super Bowl – la finale di campionato della National Football League – sono i 30 secondi di spot che solo pochissimi brand al mondo si possono contendere. Quest’anno il costo per uno spazio di 30” è stato di 5 milioni di dollari. Briciole, rispetto ai 30 stimati dalla Cnbc per un’intera campagna di marketing durante la finale di campionato. D’altro canto questo è il prezzo che bisogna pagare per avere l’attenzione incondizionata di oltre 115 milioni di spettatori.

Super Bowl: la storia di uno spot che racconta l’America

Numeri da capogiro che fanno del Super Bowl “la più grande opportunità dell’anno per gli advertiser”. Come scrive Ashley Rodriguez su Quartz “le pubblicità del Super Bowl sono conosciute per essere appariscenti, divertenti, rischiose, piene di celebrità ed estremamente costose”. Non solo. Le pubblicità del Super Bowl sanno raccontare meglio di qualsiasi altro testo o immagine l’America. Era il 1984 quando Apple annunciava, proprio durante la finale di campionato, il lancio del Macintosh Apple, il computer che avrebbe rivoluzionato la storia del digitale. Era il 2005, poco prima della bolla immobiliare, che Quicken Loans dispensava agli americani consigli sui mutui per l’acquisto della prima casa. Ed era il 2009, in piena crisi economica, che Cash4Gold.com (il sito specializzato nel compro oro) inneggiava alla vendita dei gioielli di famiglia.

Insomma: il Super Bowl racconta l’America. E quella del 2017 è l’America di Trump. E quale occasione è migliore della finale di campionato per lanciare un messaggio provocatorio al Presidente degli Stati Uniti in risposta al “Muslim Ban”? Lo ha fatto Airbnb con poche parole in sovrimpressione all’inizio dello spot girato in occasione della finale: “no matter who you are, where you’re from, who you love, or who you worship, you deserve to belong #weaccept”. “Non importa” dice il claim “chi sei, da dove arrivi, chi ami. Il mondo è più bello tanto più accetti. Noi accettiamo”.

https://www.youtube.com/watch?v=5qUTYHnLz2g

AirBnb lancia una campagna a favore degli sfollati

Lo spot si inserisce all’interno di una campagna di sensibilizzazione che vede AirBnB impegnato a fornire alloggi a tutti coloro che, per ragioni belliche o di altro tipo, hanno bisogno “di un luogo che possano chiamare casa”. Attraverso uno strumento presente sul sito e che consente di offrire gratuitamente alloggio agli sfollati, AirBnb è riuscito a dare un aiuto concreto a oltre 54 paesi nel mondo colpiti da calamità. L’obiettivo, continuano Brian, Joe & Nathan, founders di AirBnb, è “fornire alloggi a breve termine a 100.00 persone che ne hanno bisogno […]. AirBnb investirà un totale di 4 milioni di dollari, nel corso di quattro anni, per aiutare l’International Rescue Committee nel far fronte ai bisogni più urgenti dei rifugiati in tutto il mondo”.

Ogni anno ci domandiamo se valga effettivamente la pena investire 5 milioni di dollari per 30” di spot. Ci domandiamo se, in alternativa, non sarebbe più efficace una pubblicità continuativa spalmata su più mezzi di comunicazione. Alcuni di noi pensano sia la ricorsività di uno spot la chiave del suo successo; altri considerano il Super Bowl come il giorno del proprio matrimonio: un evento il cui ricordo è destinato a durare. La verità è che le pubblicità del Super Bowl sono diventate a tutti gli effetti un meta-evento seguito da tutti (sportivi e non). E sarebbe bello se quello di AirBnb non restasse un caso isolato, ma attivasse una coscienza collettiva volta al sostegno del prossimo. Perché “il mondo è più bello tanto più accogli”. E noi accogliamo.

#weaccept

 

Federica Galeazzi

People Watcher, Marketer, Mum. La mia insaziabile curiosità nella vita chiede di essere accompagnata da altrettanto forte intensità nel lavoro. Per questo scrivo.

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