TrendsWorkPlace, ecco cosa mancava a Facebook..

Leo Mauriello8 anni ago6 min

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Per capire Workplace, è necessario contestualizzarlo all’interno della strategia globale di Facebook, che da un po’ di anni a questa parte è chiaramente focalizzata sull’estensione del target e dei contesti di fruizione.  Bisogna dirlo chiaramente, le ingenti risorse economiche di cui dispone il social più famoso e utilizzato del mondo aiutano, ma non bastano.
Acquisizioni, nuove features e moltiplicazione di prodotti e servizi rappresentano un modus operandi rischioso… E adesso anche un nuovo target, mai esplorato prima. Il B2B è la nuova frontiera Facebook.
Eppure Facebook non ha (quasi) sbagliato un colpo! Dalle acquisizioni di Whats App e Instagram, alla ridefinizione di Messenger passando per l’introduzione di “live”,  abbiamo assistito ad un costante allargamento della platea di user e di contesti di fruizione, in cui Facebook presidia e monitora le nostra abitudini. Workplace è il logico (ma non scontato) ulteriore tassello in questo puzzle: il “B2B corporate“.

Workplace e Facebook così simili e così diversi

Perché diciamolo subito, anche se a prima vista Workplace appare molto simile a Facebook, in realtà non è proprio così. Dobbiamo approfondire la sua logica di funzionamento. Facebook è open, pubblico… e il suo scopo è allargare la nostra cerchia di relazioni e interazioni, Workplace è chiuso, limitato ai componenti dell’azienda, e somiglia più ad una business suite di servizi che ad un social.
Lo scopo è sostituire una serie di tool attualmente frammentati come: videoconferenza, chat, scambio di file e materiali su cloud. Allo stesso modo è interessante la semplicità con cui tutto questo si può fare. Dunque servizi già noti alle aziende, ma proposti in una modalità inedita, stimolante e che aiuta la produttività.
Se dunque Workplace non è propriamente  un social e nemmeno un social B2b, sicuramente non è un competitor di Linkedin, piuttosto di Slack o dell’accoppiata (mal riuscita) Google Drive / Google Plus.

Workplace UX - Facebook

Il modello di business è il target B2B

Altro elemento interessante è il modello di pricing. Ogni utente attivo al mese costa 3 dollari fino a 1.000 utenti, poi si passa a 2 dollari fino a 10mila utenti e infine a 1 dollaro dopo quel limite.
L’azienda dunque paga per il servizio secondo un modello diverso dai tradizionali Pay As You Go. Pricing inedito e molto conveniente non tanto per piccole realtà, ma per aziende estremamente strutturate. Un elemento che sembra confermare la volontà di Facebook di puntare al target “Corporate”, abbastanza trascurato dalle aziende social.
La domanda che resta da porsi è “fino a che punto facebook avrà la capacità strategica ed economica di “cannibalizzare” spazi e servizi”? La sua logica prodotto centrica sarà funzionale? Staremo a vedere.

Leo Mauriello

I'm characterized by a great curiosity, that drives me to achieve important goals and new challenges. I'm a web and digital marketer mainly focused on digital strategy and social advertising with design, programming and digital analyst skills.

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