TrendsSalone del Gusto: si chiude il viaggio nei sapori del mondo

Ilaria Trapuzzano8 anni ago8 min

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Il nuovo Salone del Gusto ieri ha ufficialmente chiuso i battenti e rilancia l’appuntamento al 2018. Centinaia di migliaia le persone accorse a Torino, per partecipare alla più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo. Piazze, strade, parchi e location storiche, sono state il cuore pulsante dell’evento che quest’anno ha coinvolto un pubblico molto più vasto e accolto 7000 delegati provenienti da 143 paesi del mondo.

Focus sulla sostenibilità ambientale e sul valore della biodiversità, che oggi coinvolge tutti, dalle comunità di contadini ai consumatori, senza distinzione di etnia: si è parlato di agroecologia, con Miguel Alteri, dell’Università di Berkeley, Yacouba Sawadogo, agricoltore del Burkina Faso e Anuradha Mittal, fondatrice Oakland Institute. E ancora della mancanza di cibo che porta alla disuguaglianza e alla migrazione, con Carlo Petrini, Gino Strada e Edward Loure Ole Parmelo, capo tribù Masai… Insomma, per la prima volta Terra Madre Salone del Gusto, ha riunito popolazioni da 5 continenti, professionisti e gente comune, per uno scambio reciproco di conoscenze.

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Dal tamal al couscous, cinque giorni alla scoperta del gusto

Non sono conferenze e dibattiti però. Il grande protagonista è stato il cibo nella sua forma più semplice: per cinque giorni il grande Mercato internazionale e italiano, le Cucine di Terra Madre e i tanti food truck, sono stati il mezzo per viaggiare attraverso i sapori del mondo.

È stato possibile provare il couscous con la carne di montone alla tunisina, l’italiana zuppa di pinoli, i dumpling in salsa piccante secondo la moda di Sichuan, e ancora il tamal dell’Ecuador a base di mais, manioca e banane, farciti con verdure, pesce e carne. Oppure il filetto di canguro dell’Oceania grigliato con salsa di Wattle e la famosa zuppa Oman dello chef Zuawina Alfabar.

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L’innovation of food a Terra Madre e Salone del Gusto

La sostenibilità e la responsabilità sociale però, passano anche per l’innovazione tecnologica. Diverse le startup del mondo food tech (e-commerce, social-eating, tracciabilità dei prodotti, distribuzione a km0…) che si sono riunite in occasione del Salone, nella Piazza dei Maestri del Gusto.

Tra le più interessanti sicuramente L’Alveare che dice sì!,  una piattaforma online che permette una distribuzione più efficiente del cibo, attraverso la vendita diretta fra produttori locali e comunità di consumatori in piccoli mercati temporanei a Km0, i cosiddetti Alveari. E ancora FoodChain, startup che ha lanciato un sistema basato su tecnologia blockchain, la stessa dei bitcoin, che traccia ogni movimento dei prodotti attraverso la filiera alimentare.

Un viaggio non solo nel food made in Italy, ma una manifestazione che ha puntato alla valorizzazione del mercato globale del cibo, delle culture e tradizioni locali, ma anche dell’innovazione tecnologica. Perché è solo attraverso la reciproca trasmissione dei saperi, della conoscenza e anche del piacere del gusto, che scopriremo come il cibo potrà cambiare il mondo in cui viviamo.

Ilaria Trapuzzano

“Il vero viaggio non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” – M. Proust. Nata e cresciuta nel giornalismo televisivo, convertita al digitale per scelta inseguendo la voglia di sperimentare diverse forme di narrazione. Racconto la realtà attraverso una nuova prospettiva professionale e di vita, cercando ispirazione nelle cose universalmente belle: viaggi, cibo e buon vino.

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