TrendsWearable: la tecnologia é una realtá in crescita, ma il suo uso?

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[span class=”slogan”]#Wearabletech @Googleglass e smartwatch la diffusione di smart wearable tra visual data e instant information[/span]

[icons icon=”check” color=”#000000″ size=”40″][span class=”datadriven”]In Italia nel 2014 si prevede una crescita, rispetto al 2013, superiore al 190%, per un totale di circa 700 mila unità vendute[/span]

L’utilizzo della tecnologia wearable sta coinvolgendo diversi settori della vita umana dall’health care al retail, rivoluzionando il rapporto con il proprio corpo e gli spazi d’acquisto. Il centro dell’evoluzione sta proprio nella diversa percezione del contenuto, che modificato al suo interno, con visualizzazione, tempi e modalitá distinte, consente una fruizione immediata e un differente accesso alle informazioni. Oltre a voler analizzare il fenomeno dall’interno, come trend in crescita in Europa, negli USA e in particolare in Italia, vogliamo individuare anche gli elementi unici di una vera e propria rivoluzione della “percezione soggettiva”. Partiamo dalla riflessione che emerge analizzando le diverse ricerche di mercato, dove sembra ormai inevitabile l’affermazione e diffusione di strumenti wearable, ma si avverte in Italia come nel resto del mondo un gap nelle modalitá di utilizzo e nella funzione sociale della tecnologia.

I dati di diffusione della tecnologia wearable anche in Italia

Partiamo dai dati di diffusione della tecnologia wearable, analizzando le opportunitá della visualizzazione dati e le possibili conseguenze che avrá sulla nostra percezione della realtá, oltre ad identificarne eventuali rischi. Iniziamo con i dati del mercato italiano..

Nel 2013, a livello mondiale, sono stati venduti 6,2 milioni di wearable device, sottolinea IDC. Entro la fine del 2014 le consegne nel mondo raggiungeranno quota 19,2 milioni, con una crescita del 209%. Nel 2018 le stime di IDC indicano che saranno consegnati 111,9 milioni di wearable device, il che porterà la crescita media annua (CAGR) nel periodo 2013-2018 ad assestarsi sul 78,4%. Anche in Italia, afferma IDC, il fenomeno dei wearable device è pronto a decollare. Nel 2014 si prevede una crescita, rispetto al 2013, superiore al 190%, per un totale di circa 700 mila unità vendute. Nel 2018 verranno consegnati quasi 3 millioni di wearable device nel nostro Paese, con una crescita media annua nel periodo 2013-2018 pari al 67%. La crescita in termini di valore del mercato sarà ancora superiore: nel 2013 i ricavi associati ai wearable device sono stati intorno ai 27 milioni di euro, ma aumenteranno in media del 75% ogni anno, arrivando nel 2018 a superare i 450 milioni di euro.

Anche se con ritardo rispetto al mercato americano la tecnologia wearable sta iniziando la sua diffusione capillare in Italia, e sará sempre piu in crescita. In particolare la saturazione del mercato smartphone veicolerá i consumatori verso l’utilizzo di una nuova tecnologia, privilegiando gli smart wearables come ad esempio Google Glass e Smartwatch. Inoltre sará sempre piú importante l’integrazione, ovvero l’utente vuole accedere ad un rete di contenuti, connessi tra di loro e fruibili dai diversi device, con il vantaggio di scegliere la modalitá e lo strumento comunicativo a seconda del contesto e del momento di utilizzo.

Wearable: come cambiano dati, design ed estetica del prodotto

Come cambiano i dati nell’era post-wearable? Nell’Infografica si sottolinea il fatto che dal 2025 la wearable technology sará una certezza e questo comporterá una totale rivoluzione della fruizione. Gli utenti si aspettano che i dati siano fruibili da tutti i devices, e quindi risoluzione, ottimizzazione, riadattamento di design e contenuti. Proprio il design subirá notevoli modifiche, considerando uno schermo piú piccolo e un utente in movimento, che ha necessitá di fruire dei dati in un colpo d’occhio. Allo stesso modo il contenuto necessita di un’evoluzione, ovvero ancora piú leggero e immediato. Come abbiamo giá evidenziato il visual content diventa dominante, modificando tempi e modi della fruzione e trasformando il contenuto in “istant information”. Oltre alla funzionalitá nella tecnologia wearable diventa decisiva l’estetica, il design del prodotto é l’elemento che fará la differenza.

infografica-wearable-preview

Grandi opportunitá ma anche rischi. Cosa teme l’utente?

Da un ricerca PwC, tra gli oltre mille intervistati il 20% è risultato già possessore di un indossabile, anche se il 33% di chi ha comprato un indossabile da più di un anno ha smesso di usarlo, o lo fa raramente. Probabile, spiegano i ricercatori, l’esperienza registrata non è così coinvolgente da spingere ad un uso continuato. L’82% del campione ha espresso preoccupazioni per la privacy, mentre l’86% teme che questo tipo di dispositivi esponga al rischio di intrusione informatica.

Le opportunitá offerte dalla wearable tech sono tre: il 90% degli intervistati sostiene che possa aiutare i genitori nel proteggere i loro figli, quindi sicurezza, segue la salute, ’80% ritiene che esse siano utili per favorire una vita sana e accesso alle cure mediche; l’83% sostiene che i wearable possono semplificare azioni di controllo della propria salute., quindi semplificazione dei dati

Aggiungiamo che i timori dell’utente oltre alla privacy e alla sicurezza coinvolgono anche le relazioni, ovvero quanto il wearable inciderá sull’esigenza delle conversazioni face to face? Essendo una tecnologia human centered, i prossimi esperimenti in tal senso non potranno non considerare la necessitá di far percepire qualsiasi strumento wearable come non troppo invasivo, e comunque non sostitutivo di una relazione e uno scambio emotivo, che diventa sempre piú raro con la diffusione delle nuove tecnologie. L’abilitá delle aziende e di chi vuole sviluppare un business wearable, sará sicuramente rassicurare gli utenti in tal senso, producendo strumenti di grandi appealing estetico e con informazioni e funzionalitá che spingano ad una fruzione costante, che vada oltre la moda del momento. Siamo solo all’inizio di una sfida che coinvolgerá aziende e consumatori, con un ampio spazio di sperimentazione e innovazione, e dove il primato sará di chi saprá cogliere la sfida, ponendo al centro l’utente e il suo mondo interattivo.

Michela Di Nuzzo

« Se scrivo ciò che sento è perché così facendo abbasso la febbre di sentire». - Fernando Pessoa Giornalista e co-founder, vivo il digital come imprenditrice e appassionata. Percepisco il cambiamento come un'opportunitá mai una minaccia. Occhi spalancati e orecchie aperte, sempre pronta alla condivisione, la chiave di ogni evoluzione.

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