DataGiornata internazionale della donna: l’8 marzo è Tech Women

Federica Galeazzi7 anni ago9 min

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La storia è costellata di Tech Women, donne che hanno segnato profondamente il settore tecnologico e informatico.

Ada Lovelace, classe 1814: traduce i testi dell’ingegnere Luigi Menabrea sul funzionamento della macchina analitica. Furono proprio le sue intuizioni che le valsero il titolo di prima programmatrice della storia.

Edith Clarke, classe 1883: non solo ingegnere e docente all’università, ma autrice di un calcolatore capace di eseguire fino a 10 volte più velocemente alcune tipologie di calcolo.

Grace Murray Hopper, classe 1906: scienziata e contrammiraglio della marina degli Stati Uniti, inventa il Linguaggio Cobol, tutt’oggi utilizzato nei settori amministrazione e finanza.

Radia Perlman, classe 1951: dedica l’intera esistenza allo studio della matematica e del protocollo STP, colonna portante del web e della divulgazione scientifica infantile.

Pariza Tabriz, classe 1983: responsabile della sicurezza di Chrome, il browser di Google, dirige un team di 30 ingegneri informatici e combatte il cybercrime.

Donne & Tecnologia: una relazione complicata

Eppure i dati emersi dalla Relazione Annuale sullo Statuto delle Startup e delle PMI confermano che il numero di donne presenti nelle startup è inferiore rispetto al tasso di presenza nelle imprese tradizionali, sebbene si distinguano dai colleghi maschi per competenze linguistiche e titolo di studio. E non è tutto. “Solo il 38% delle studentesse” ricorda il MIUR “indirizza il proprio percorso formativo verso le discipline cosiddette STEM. Un dato allarmante che si presta a molteplici interpretazioni di carattere sociale, culturale e anche educativo/orientativo”.

È il caso di dirlo: il binomio donne & tecnologia è ancora oggi uno dei più controversi. Le donne sono poco incoraggiate a lavorare nelle STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) e combattono il pregiudizio di genere. “Troppo spesso” afferma Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca “le ragazze sono condizionate da stereotipi secolari che le vogliono per natura non inclini allo studio del sapere scientifico. Non è così. […] Il nostro è il Paese di Rita Levi Montalcini. Ed è pieno di studiose e ricercatrici che, vincendo le resistenze culturali con la propria determinazione e la propria passione, hanno fatto della scienza un percorso di vita e professionale”.

8 marzo 2017: una giornata di formazione e astensione

Così l’8 marzo non si celebra soltanto la giornata internazionale della donna, ma anche il Mese delle STEM. Giunto alla seconda edizione, il progetto ha l’obiettivo di rompere gli stereotipi di genere e promuovere attività legate alla tecnologia e all’innovazione. Le iniziative sono tantissime e in tutta Italia. Hanno aderito non solo le scuole, ma grandi player come Microsoft, ENI, TIM, De Agostini.

Un esempio? Hi-Tech Girls, il laboratorio rivolto alle bambine tra i 7 e i 12 anni sviluppato in collaborazione con Siemens, che si terrà sabato 11 marzo presso Base Milano. Partendo dall’analisi di un fenomeno nell’ambito STEM, le bambine saranno accompagnate a formulare domande, raccogliere informazioni, elaborare ipotesi, dare forma alle loro soluzioni, attraverso un metodo di lavoro proprio della prassi scientifica. E ancora Let’s Stem: video contest rivolto alle ragazze che realizzeranno un video della durata massima di un minuto sulle proprie aspirazioni attraverso l’utilizzo di keywords quali: ricerca, innovazione, opportunità, determinazione, uguaglianza.

L’8 marzo sarà anche una giornata globale di sciopero e di lotta. Una vera e propria mobilitazione che coinvolgerà 40 Paesi nel Mondo, Italia compresa, con lo slogan “Non Una di Meno” . L’obiettivo? Causare, attraverso l’astensione dal lavoro, un danno economico tale che renda tangibile il ruolo della donna nella produzione sociale. Uno sciopero che ribalti i giochi di forza e metta al centro la necessità di trasformare relazioni, rapporti, narrazioni. A casa, a scuola, al lavoro, nelle istituzioni.

Voce grossa, testa alta e braccia incrociate. Le donne sono pronte a dire “basta”. Ancora una volta.

Federica Galeazzi

People Watcher, Marketer, Mum. La mia insaziabile curiosità nella vita chiede di essere accompagnata da altrettanto forte intensità nel lavoro. Per questo scrivo.

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