TrendsGoogle Art Camera, l’arte si digitalizza in gigapixel

Ilaria Trapuzzano8 anni ago8 min

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Google lancia un nuovo progetto di digitalizzazione delle opere d’arte ad altissima risoluzione, coinvolgendo i più importanti musei del mondo.

Ad alcuni questa iniziativa potrà non sembrare nuova… effettivamente il colosso di Moutain View nel 2011 ha fondato il Culture Institute, il quale ha iniziato un lavoro di acquisizione di immagini digitali di quadri a 200 gigapixel, condivisi poi sulla piattaforma online Art Project e fruibili gratuitamente direttamente dalla poltrona di casa.

Art Project velocizza l’acquisizione delle immagini

Il nuovo progetto è decisamente più ambizioso e vede l’introduzione della Google Art Camera, una fotocamera robotizzata e automatizzata che permette di velocizzare il processo di acquisizione delle immagini: se prima occorreva anche un’intera giornata per digitalizzare un quadro, ora bastano soli 30 minuti. Si pensi poi che dal 2011 al 2105, il Culture Institute è riuscito ad archiviare solo 200 capolavori, che paragonati agli oltre 1000 in imminente pubblicazione e catalogati in pochi mesi, fa capire il vero valore di questa innovazione. Più opere in meno tempo.

La fotocamera, che ha le sembianze di un grosso proiettore, una volta posizionata davanti al quadro, emette degli impulsi laser e sonar che mettono a fuoco le diverse parti della tela, fotografata con precisione millimetro per millimetro. Le centinaia di foto scattate, vengono poi inviate ai server di Google e convertite in una sola immagine con risoluzione a gigapixel.

Il risultato è una fotografia talmente definita da consentire all’utente di osservare, come se avesse in mano una lente di ingrandimento, i più piccoli particolari, dalle pennellate alle sfumature dei colori, tutti dettagli difficilmente osservabili anche ad occhio nudo e dal vivo.

Il digitale come memoria artistica

Un’esperienza sicuramente diversa, non paragonabile a livello emotivo a quella vissuta in un vero museo, ma che permette di accedere attraverso un’unica “porta”, la piattaforma Art Project, ad oltre 150 collezioni di 40 Paesi del mondo, questione da non sottovalutare. Per i musei e gli istituti d’arte poi, è un’occasione unica per archiviare digitalmente le opere, utilizzando una tecnologia così potente e a titolo gratuito.

galleria-arte

Un’altra questione riguarda il tema della digitalizzazione e della conservazione digitale di lungo periodo, ormai al centro dell’attenzione internazionale: alcune opere, soprattutto quelle pittoriche ma non solo, con il tempo diventano sempre più fragili, sensibili alla luce e all’umidità. Una tecnologia come quella messa in campo da Google, apre all’opportunità di conservare il patrimonio culturale e artistico mondiale per le generazioni future. L’Unesco ad esempio da anni porta avanti sempre in collaborazione con Google, il progetto World Wonder, che rende accessibile online e in 3D i principali siti mondiali Patrimonio dell’Umanità, sia del mondo moderno che di quello antico.

Il futuro è nella realtà virtuale?

Il prossimo passo sarà vedere se la realtà virtuale, unita alle immagini ad altissima qualità, cambierà ulteriormente questo tipo di esperienza. Forse nel giro di poco tempo sarà possibile fare un tour virtuale tra le opere di Rembrandt, Van Gogh, Monet, Botticelli e osservarle da vicino ad una risoluzione sbalorditiva, per un’esperienza del tutto realistica.

Ilaria Trapuzzano

“Il vero viaggio non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” – M. Proust. Nata e cresciuta nel giornalismo televisivo, convertita al digitale per scelta inseguendo la voglia di sperimentare diverse forme di narrazione. Racconto la realtà attraverso una nuova prospettiva professionale e di vita, cercando ispirazione nelle cose universalmente belle: viaggi, cibo e buon vino.

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