TrendsNo selfie zone: quanto vale un selfie?

Livia Del Pino8 anni ago6 min

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Prima hanno vietato i selfie stick. A Disneyland, a Versailles, nei musei, negli stadi… perché possono trasformarsi in armi. Ma sono andati oltre. A Mumbai, in India, la polizia ha istituito ben 16 “No Selfie Zone”. Aree in cui è estremamente vietato farsi degli autoscatti. Ma davvero i selfie sono così pericolosi?

Considerate che nel 2015 ci sono state ben 27 morti da selfie in tutto il mondo, la maggior parte delle quali in India. Un numero che stravolge le statistiche e supera quello delle vittime di squali.

Chissà se oggi Steven Spielberg girerebbe un film diverso…

Death by selfie: un tragico elenco

Questo mese tre ragazze si stavano facendo un selfie sulla spiaggia di Brandra, Mumbai. In piedi sul muretto, una ha perso l’equilibrio e tutte sono scivolate in mare. Un passante si è gettato per aiutarle, ne ha portate a riva due ma con l’ultima non ce l’ha fatta. Entrambi hanno perso la vita.

A Pamplona, lo scorso agosto, un trentaduenne stava filmando alle proprie spalle lo scontro fra due tori. Ma non si è accorto dell’arrivo di un terzo animale che l’ha travolto all’improvviso.

A Houston un ragazzo voleva farsi un selfie con una pistola in mano. Probabilmente si è confuso, perché scattando la foto ha premuto anche il grilletto.

Un sessantaseienne era in cima al Taj Mahal con sua moglie. Autoscatto. Entrambi sono rotolati giù per la leggendaria scalinata. Lui non ce l’ha fatta.

Questi sono solo alcuni esempi, ma purtroppo il macabro elenco potrebbe continuare a lungo. Sembrano quasi delle barzellette di umorismo nero… in realtà sono storie tragiche, notizie flash che provocano una risata amara.

Davvero siete più veloci di un grizzly?

Un attimo. Stiamo parlando della stessa cosa? Cioè di farsi una foto tenendo il braccio teso e girando l’obiettivo verso di sé? Sì, si tratta solo di questo. Troppo concentrati a sfoderare il giusto smile rischiamo di perdere la percezione della realtà circostante. Dietro c’è un burrone? Pazienza, per un istante scompare dalla nostra mente. Nessuno è davvero multitasking, ma alcuni lo sono meno di altri. Se è questo il vostro caso, evitate di mettervi sui binari del treno o di fronte a un grizzly per farvi una foto. E se siete convinti di essere più veloci di un orso, fidatevi, non è così.

Nel bilancio mondiale delle cause di morte meno di trenta vittime non è certo un numero importante. Ma è il classico esempio di come un fenomeno possa dilagare ed esasperarsi, dando dei risultati incredibili. Sintomo di qualcosa? Cercate l’hashtag #selfie su Instagram. I risultati sono più di 250 milioni. Nell’era dei social l’immagine è tutto, più è estrema e più attira like. Ma ne vale davvero la pena? Siamo sicuri che almeno 27 famiglie vi direbbero di no. Non c’è nulla di male ad ammiccare per la fotocamera, postare duck face o fish gape. Ma assicuratevi di farlo in tutta sicurezza.

Livia Del Pino

Rifletto spesso sull'onesta reazione di Mark Twain a una domanda insidiosa: "I was gratified to be able to answer promptly, and I did. I said I didn’t know". Inseguo la conoscenza, chimera irraggiungibile, convinta che la bellezza sia proprio nel viaggio.

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