TrendsStar Wars il Risveglio della Forza: successo o eresia?

Titty Paternoster8 anni ago14 min

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Star Wars: Il risveglio della Forza è il film che tre generazioni di nerd aspettano con ansia.
Chi non ha mai vissuto negli anni ’80, o incredibilmente snobba la fantascienza, non può capire quanto fascino abbia la trilogia e quante storie parallele siano state ipotizzate e scritte dai fan per descrivere le vite dei tre protagonisti dopo la fine de Il ritorno dello Jedi.

Star Wars: cronistoria di un successo mondiale

Star Wars è una serie di film formata da sei episodi divisi in due trilogie: l’originale e il prequel.
La vera – e unica – trilogia abbraccia gli episodi IV, V e VI e viene prodotta e distribuita dal 1977 al 1983. Gli episodi I, II e III saranno girati solo a partire dal 1999 e fanno parte della seconda trilogia, prequel della prima.
George Lucas, il creatore della saga, dopo aver scritto (e riscritto, girato e rigirato, montato e rimontato) l’episodio IV, Star Wars: Una nuova speranza, comprende di essere di fronte a qualcosa di più grosso di un solo film.
Il mondo che vuole raccontare Lucas è troppo grande per una sola pellicola: entra a mala pena in tre, così – e anche in seguito al successo mondiale (non preventivato, nel 1977 solo 40 cinema in tutt’America avevano accettato di proiettarlo) – a distanza di vent’anni viene prodotta la seconda trilogia che, però, non soddisfa critica e fan.
Ma anche in sei film la saga Star Wars sembra star stretta. Sono nove le puntate in cui si deve muovere per essere completa e Lucas scrive anche la terza trilogia, coadiuvato da Micheal Arndt, sceneggiatore premio Oscar per Little Miss Sunshine.

Star Wars The Force Awakens

Star Wars tra Lucasfilm e Disney

Nel 2012 Lucas vende la sua casa di produzione alla Walt Disney Company per la modica cifra di 4 miliardi e rotti di dollari, consegnando anche le quasi sceneggiature dei tre film sequel. Inoltre, sembra che il padre di Star Wars abbia anche partecipato alla scelta di J.J. Abrams come regista e alle riunioni creative con quest’ultimo per spiegare cosa si può e non si può fare nell’universo da lui creato.
Riunioni che sono state un successone, tanto che J.J. Abrams ha riscritto interamente le sceneggiature e la Disney ha preferito non usare nessuna delle idee di Lucas per questi tre sequel.

L’anima pesa 21 grammi, ma una borsa con 4 miliardi di dollari è ben più pesante e val bene un sogno.

Inoltre, Lucas ha raccontato al «The Guardian» di aver deciso di dirigere solo film sperimentali, per non dover più rispondere alle critiche dei mille fan di Star Wars come: gli Ewoks? Jar Jar Binks? Ha sparato prima Greedo o Han Solo? Jar Jar Binks? Midi-chlorian? Jar Jar Binks? E ancora e per sempre: “Jar Jar Binks?”.

J.J. Abrams che la Forza sia con lui

La prima serie di Lost è scritta nel mito e sceneggiata da J.J. Abrams, che poi ha continuato a scrivere, introducendo salti temporali, religioni mistiche, fumi scuri e ronzanti, per poi raggiungere il culmine del “perché lo hai solo pensato?” con la ruota che sposta l’isola non si sa dove.
Questa premessa ha senso quando dai trailer e dalla stampa straniera si legge che in Star Wars: Il risveglio della forza, Lupita Nyong’o’s Maz Kanata interpreterà un extraterrestre (se così si può dire) che non mostra mai i suoi occhi, a causa del loro grande potere, in qualche modo collegato alla Forza.
Occhi fotonici? Speriamo di no, dato che l’universo di Star Wars è abitato da tantissime razze aliene, ma nessuna ha poteri magici se si eccettuano i pochi eletti che possono manovrare la Forza: Jedi o Sith, la loro versione Oscura.
Altre indiscrezioni fanno intuire che no, non ci saranno Jedi né Sith, solo qualcuno che maneggia un po’ di Forza, ma non del tutto perché questo velo mistico viene messo a dormire per trent’anni dopo la fine di Palpatine. Le scene con persone comuni che combattono con le spade laser – la cui costruzione definisce l’ascesa del padawan al ruolo di Jedi – purtroppo fanno presagire un’interpretazione della Forza un po’ differente da quella che abbiamo imparato a conoscere in anni di visioni e rivisioni della sacra trilogia.
Un altro campanello d’allarme è questo continuo uso dei termini “Light Side” e “Dark Side” nelle pubblicità del film di Abrams.
Ora, se è facile fare dualismi, soprattutto nelle saghe epiche, Star Wars ha come fulcro il labile confine tra bene e male e ha in Anakin Skywalker il suo emblema: l’uomo che sa essere grigio, passare dal bianco al nero, calarsi nell’oscurità per poi tornare alla luce, tutto per amore della madre, della moglie, dei figli. Quindi, sebbene il Lato Oscuro della Forza si estrinsechi negli istinti devastatori dell’uomo – morte, distruzione, tirannide – la Forza in sé resta un’entità neutrale, così come l’uomo: crea la vita come il suo contrario. Non ha un lato chiaro, contiene tutto.
Traducendo per i profani di Star Wars: la Forza è il campo mistico che permea l’universo, lo tiene unito e genera la vita, ma anche la morte, poiché questo è il fluire delle cose e gli Jedi devono per forza di cose conoscere anche il Lato Oscuro, perché anche quel lato è parte della Forza.

La figura della donna in Star Wars

Star Wars

J.J. Abrams ha dichiarato che il suo film non è solo per maschietti, ma anche per femminucce. Non solo i padri devono portare i loro ometti al cinema, anche le mamme devono andarci con le loro piccole donne. Oppure fare come hanno fatto tutti da sempre: guardare Star Wars senza nessuna distinzione di genere.
Eppure il regista ha voluto specificare che il suo film darà più importanza alle donne e nessuna di loro indosserà il bikini dorato della Principessa Leia. A quanto pare le sue eroine saranno più femministe e più importanti di Leia.
Dire che il personaggio femminile della trilogia originale sia poco importante e non femminista per via di un bikini potrebbe pure essere vero se Carrie Fisher avesse girato l’intero Impero colpisce ancora in due pezzi. Invece, no, è sempre ben allacciata in tutti i film della trilogia, tranne che per mezz’ora, quella in cui viene catturata da Jabba The Hutt, un mafioso visivamente simile ai predoni del deserto, e costretta a essere la sua favorita e a indossare un vestito da odalisca.
Assolutamente non femminista, la prima trilogia. Un personaggio di poco conto Leia, che pure uccide Jabba The Hutt appena ne ha l’occasione e solo dopo scappa, politico navigato che tiene testa a Han Solo e non batte ciglio quando, dichiarando il suo amore, si sente rispondere con un laconico e bellissimo “lo so”. Una piccola cenerentola, insomma, che prende in mano le redini della ribellione e della sua stessa liberazione e ricambia il “lo so” appena il cowboy spaziale le dichiara i suoi sentimenti.
Quale donna avrebbe mai portato sua figlia a vedere Carrie Fisher? Nessuna, secondo J.J. Abrams, che infatti resta un uomo tale da vedere nella figura di Leia solo il bikini dorato.
In attesa di poter vedere com’è questo Star Wars secondo Disney e Abrams, i nerd di tutto il mondo possono smettere di litigare tra loro: ha sparato per primo Greedo, accettatelo e che la Forza sia con voi.

Titty Paternoster

"La vita è piena di miserie, solitudine e tristezza e per di più dura troppo poco" (Woody Allen) Scrivere, progettare e intervistare sono le mie passioni, ma riesco meglio nel bere, mangiare e guardare serie TV.

4 comments

  • IL Duca

    27th Dicembre 2015 at 1:38 pm

    Dopo la sistematica distruzione di tutti i miti maschili dalla televisione, le nazifemministe, pian piano, stanno sterminando ogni film dove il maschile viene sostituito da donne che sanno fare T-U-T-T-O, persino essere uomine! Rey, nome maschile per l’eroina nel film star wars il risveglio dello sforzo femminista(al cinema!), è la vulva emancipata che tutte le femministe stavano aspettando! dopo la conquista della terra, anche in una galassia lontana, lontana, sono riuscite ad arrivare!

    OOOOHHHHH!!!!!POPOLO!GENTI!GIOITE!

    dove non era riuscita la Nichols in star trek (troppo professionale), la Weaver in alien (troppi capelli), la Curtis di un pesce di nome wanda (troppo ironica), la Swank di million dollar baby (troppo poco ironica), la Jovovich di resident evil (troppo fantasy), la Theron di hancock (troppo supereroe), la Jolie di tomb rider (troppe tette), la Jolie del collezionista di ossa (troppe poche tette), la Jolie di wanted (troppo martire), la Jolie di mr. e mrs. smith (troppe cosce e poi è pure finita a letto per davvero col principe azzurro, quindi è stronza a prescindere…), e manco la Ferguson dell’ultimo mission impossible (troppo fissata con le scarpe?…), dopo la distruzione di iconografie cinematografiche maschili quali mad max(la Theron è la protagonista, max il ribelle senza cervello) ironman (zerbino della moglie) e spiderman (ridotto a ragazzino senza cervello)

    ECCO,

    ecco che finalmente grazie al cielo (anzi no, grazie a nessuno, che le donne si “devono liberare” da sole e se offri l’aiuto che offriresti a chiunque quando cade la monetina alla cassa sei tu da deridere non loro cafone se ti rispondono “vaffanculo”…) la Ridley riesce nell’impresa di darci l’eroina finale.
    e tutto sotto l’attenta regia di J. J. Abrams, ovvero il tizio che è riuscito ad infastidire con uno spogliarello di Alice Eve persino i “nerd” (quei maschi bianchi brufolotici che stanno sempre al computer indugiando in onanismi vari…). il quale Abrams a questo punto si può considerare forse perdonato del misuse del corpo femminile allora commesso.

    senza scordarci ovviamente di giustificare il fatto che un personaggio da film può essere “perfetto” (fuor di sarcasmo: quando le donne elimineranno la parola “perfetto” e derivati dal loro vocabolario avranno automaticamente risolto l’80% dei loro problemi…) e quindi non ci si deve sentire in difetto se Rey è gnocca, sa le arti marziali, sa pilotare i jet e parla 12 lingue invece di essere una tappa cicciona con la terza media.

    sapete.. ho un età per poter fare paragoni sia per la saga in questione che per la mutazione delle femmine in femministe, la cosa triste é che per realizzarsi una donna debba per forza essere mascolina, abbandonare il femminile, passare al lato oscuro dello sforzo, distruggendo se stessa ed il maschile.

    Perchè vede, è facile per la donna USURPARE i territori maschili per proclamarsi migliore, questa tattica è tipica dei parassiti vigliacchi, un esempio, come se io preparassi il pranzo ed all’arrivo degli ospiti non solo e lei che si prende i meriti dell’ottimo pranzo ma addirittura mi denigra! voi donne non avete creato una saga tipo star wars, come PARASSITE quali siete anche nel vivere quotidiano verso gli uomini tutti, preferite questa becera vigliacca tattica! introdurvi nei campi prettamente maschili, creati dal maschile per il maschile e distruggerli dall’interno col verbo femminista! lo si nota ovunque, dal cinema alle trasmissioni calcistiche, nelle quali, da brave paracule, preferite stare in studio al caldo ben vestite ovviamente mentre il coglion zerbino nel campo al freddo! e voi dirigete cotali trasmissioni come se fossero da sempre vostre.. fate SCHIFO e PENA, esattamente come Ray in questo film e, sopratutto, lo zerbino regista!

    Sono certo che seguiranno 2 anni di discussioni sul fatto che però Rey è un modello di eroismo irraggiungibile per le quindicenni e che senz’altro il loro disagio adolescenziale è colpa dei cinema…e quindi del regista… un uomo.

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    • Titty Paternoster

      16th Gennaio 2016 at 1:46 pm

      Non so da dove cominciare per rispondere a questa follia.
      Forse dal fatto che questo post è stato scritto PRIMA dell’uscita al cinema del film, e che è evidente che lei non ha letto il mio post, ma ha solo utilizzato questo luogo per riversare amarezza e misoginia.
      Mi rendo conto che la delusione post visione di un film tanto atteso sia devastante, ma per quanto triste e insoddisfacente sia questo film, partire da questo e (stra)parlare – ancora – di campi maschili e campi femminili.
      La considerazione, erronea, che esistano compiti, ruoli, capacità prettamente maschili o femminili è la base di ogni discorso razzista che ha come fulcro la sacralità e la superiosità dell’uomo occidentale bianco ed eterosessuale.
      In questo suo assurdo fiume di parole ha riversato il suo astio verso le donne (l’altro da sé), ma avrebbe potuto parlare anche di persone appartenenti a una razza diversa dalla sua: tutto ciò che scrive è puro sproloquio di una persona triste, che vede il suo potere intaccato dall’altro e reagise scrivendo parole cariche di ignoranza e odio sotto un post che non si è preso la briga di leggere. Si salvi.

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  • condivido in toto

    12th Gennaio 2016 at 1:59 pm

    Nel senso I personaggi di Padme e Leia erano perfetti, credibili, dotati di talento e personalità nonché aventi un ruolo chiave nelle vicende sapendosi anche dimostrare combattive e forti; come nella realtà sono le persone che vivono nel mondo reale. Dov’era il problema?? A loro non servivano i superpoteri per essere personaggi di primo piano nel film, anzi mi viene da pensare che se non si riesce ad accettare le caratteristiche femminili senza aggiungerne qualità sovrannaturali improbabili forse c’è un grosso problema di fraintendimento di fondo delle rispettive caratteristiche dei generi. Poi su per quale motivo Rey dovrebbe friendzonare Finn nel finale? Un po’ di naturale coinvolgimento sentimentale faceva schifo? La risposta è ancora una volta: Rey è troppo superiore per provare sentimenti verso un comune maschio…. dopotutto sarebbe assurdo che una ragazza di bell’ aspetto di leghi ad un ragazzo di bell’aspetto che le corre in aiuto nel posto più pericoloso della galassia.

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    • Titty Paternoster

      16th Gennaio 2016 at 2:44 pm

      Il post è stato scritto PRIMA della visione del film, come dimostra la data di pubblicazione e il contenuto del post.
      Detto ciò, partiamo da una precisazione: la creazione di un personaggio in una narrazione avviene sulla base di archetipi che possono essere più o meno plasmabili, più o meno sfaccettati e soprattutto sono mobili: è possibile che a causa di azioni esterne, prove o situazioni, il personaggio passi da un archetipo all’altro assumendone le specifiche psicologiche e le capacità.
      Le faccio un esempio pratico: uno Jedi è un paladino, totalmente votato al bene ed essendo così tenderà a non uccidere i nemici, se può, e a consegnarli vivi alla giustizia, a rispettare la castità e le regole di vita imposte dall’ordine. Le azioni e la psicologia di un personaggio buono e rispettoso delle leggi (il paladino) sebbene siano tante e possano avere delle sfaccettature, saranno comunque guidate dall’archetipo stesso (il paladino). La creazione di archetipi, così come la creazione di strutture narrative sono alla base di qualsiasi opera artistica, saper sviluppare bene il personaggio significa, quindi, saper giocare con l’archetipo.
      I personaggi di Padme (paladina dal cuore puro, rispettosa della legge e del bene, che cade dalla posizione di paladina quando decide di sposarsi e ci ritorna dopo aver partorito, usando la morte come sua espiazione) e Leia (ribelle, con proprie regole e moralità, non totalmente votata al bene, infatti uccide jabba the hutt quando avrebbe potuto evitare di farlo) erano stati creati per ricoprire dei ruoli differenti da quello di Rey, che è chiaramente una Jedi, una paladina pura.
      Premesse le differenze di ruolo tra i tre personaggi, vado a rispondere a quanto scrive:
      Padme non ha superpoteri, Leia può usare la forza e lo fa tranqullamente nel corso della prima trilogia, Leia “sente” Luke e lo salva nell’Impero e “sente” che è vivo dopo lo scoppio della morte nera nel Ritorno dello jedi.
      Rey è una jedi e usa la forza perché è una capacità che ha acquisito (anche se non si capisce quando ha imparato a usare la forza, forse prima di venir abbandonata sul pianeta?) ed è propria del suo personaggio.
      Ora, in questo film non ci è stato spiegato come ha fatto Rey a diventare una Jedi, quando ha imparato a usare la forza, però abbiamo visto tutto che lei è una jedi perché nel combattimento con Kylo Ren vince solo dopo essersi rilassata, mettendo in pratica le parole che Yoda ha usato con Luke: “Quando sei calmo, in pace! Passivo… un Jedi usa la Forza per saggezza e difesa,mai per attaccare!”.
      Ma se lei è una jedi, quindi capace di usare la forza, allora lo è anche nel seguire le regole monastiche degli jedi e non deve stupire che il personaggi non intrattenga nessuna relazione amorosa.
      Quel che voglio dire è che il coinvolgimento amoroso per uno jedi NON è naturale, è anzi frutto e seme di dolore e angoscia,: è l’amore per Padme che porta Anakin ad abbandonare il suo archetipo, è l’amore per la madre che lo trasforma da paladino a giustiziere, è l’amore per i figli che infine lo riporta a essere un paladino.
      L’archetipo Jedi non ha l’amore tra le sue opzioni, le strutture narrative possono intervenire e mettere il personaggio in difficoltà, ma la scelta dell’amore porta necessariamente alla decandenza di un archetipo per un altro e così Anakin cessa di essere uno jedi già da quando vendica la madre e sposa Padme. Non lo era più, era già sulla via oscura, già un allievo dei Sith senza saperlo.

      Dopo questa lunga dissertazione, l’unica cosa che posso credere è che J.J. Abrams abbia deciso di inserire questi buchi narrativi, che scioglierà nel prossimo film, per aumentare la curiosità della gente e assicurarsi il botteghino.

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