StartupCultura Coworker, oltre lo spazio condiviso

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#coworking @deskmag le origini di un movimento culturale e in Italia?

I coworking italiani sono diffusi soprattutto a Milano (ne conta ben 59), Roma (23), Torino (16), Bologna (12) e Firenze (12).

Il coworking è un risultato, è uno strumento facilitante, non una causa scatenante: in Italia mancano coworker non spazi di coworking, manca la cultura del freelance, dell’imprenditore, della possibilità di fallire più volte e ricominciare a testa alta, del rischio individuale. Per creare cultura imprenditoriale serve riconoscimento sociale, servono incentivi economici e semplificazioni normative ma sono anche necessarie reti di salvataggio, tutele di diritti sociali e previdenziali, strumenti formativi. 

Il fenomeno dei coworking si sviluppa in Europa soprattutto a Londra e Berlino, ma noi vogliamo analizzare principalmente la sua crescita e sviluppo in Italia. Vogliamo addentrarci, analizzare i numeri e gli effetti di un fenomeno che va oltre il trend, che affonda le sue radici in un vero e proprio movimento, una rivoluzione culturale che coinvolge il mondo intero e capire come si traduce nel Bel Paese.

Dove e quando nasce? Il primo coworking a San Francisco

Il coworking nasce nel 2005 quando Brad Neuberg usa il termine per descrivere uno spazio fisico condiviso da lavoratori indipendenti e dinamici. Neuberg fonda il primo spazio di coworking, la Hat Factory, in un loft a San Francisco. Nel 2010 nasce Deskmag, la prima rivista online specializzata in coworking. Mentre in Italia tutto parte da Milano in Via Ventura nel quartiere Lambrate, dove nel 2008 nasce Cowo, primo spazio di coworking.

Coworking e il network dei nuovi imprenditori

Un fenomeno in costante crescita, non una moda passeggera, ma piuttosto un vero e proprio indicatore sociale. Il tessuto culturale e professionale mondiale, ed europeo, sta mettendo le basi per la trasformazione del concetto “lavoro”. Non si tratta solo di condividere spazi, abbattere costi di bollette e uffici, ma piuttosto di creare una Rete, un movimento che elimina definitivamente le barriere del vecchio modo di concepire “il lavoro”. Oggi i giovani non cercano un’occupazione – sempre piú scarsa e traballante in tempi di crisi –, piuttosto pensano a creare dal nulla la propria realizzazione. E in questa direzione vanno non solo i coworking intesi come spazi condivisi, ma piuttosto come necessitá di far venir fuori il proprio spirito imprenditoriale.

Le parole di Massimo Carraro, fondatore della rete “Cowo” sono un ottimo spunto per ridefinire l’idea di coworking, e spostare l’attenzione sul concetto di movimento e rivoluzione culturale. Proprio dal concetto “Un coworking in ogni comune” vogliamo iniziare il nostro viaggio attraverso i diversi luoghi che stanno nascendo in Italia, sentimenti e aspettative.

Michela Di Nuzzo

« Se scrivo ciò che sento è perché così facendo abbasso la febbre di sentire». - Fernando Pessoa Giornalista e co-founder, vivo il digital come imprenditrice e appassionata. Percepisco il cambiamento come un'opportunitá mai una minaccia. Occhi spalancati e orecchie aperte, sempre pronta alla condivisione, la chiave di ogni evoluzione.

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